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France, mon amour

PREMESSA

Il presidente Macron, lo scorso 7 febbraio, sentendosi offeso “per gli attacchi senza precedenti del governo italiano”, ha richiamato in patria l’ambasciatore. Non ha digerito, di fatto, l’incontro tra il ministro Di Maio e alcuni esponenti del movimento “Gilet Gialli”. Gli ha fatto da eco Nathalie Loiseau, ministro degli esteri, che invita il Governo italiano a “far prevalere la preoccupazione per gli affari del proprio Paese, del benessere della propria popolazione e di fare in modo di avere buone relazioni con i vicini”. Di Macron ricordiamo tutti le volgari e reiterate ingiurie nei nostri confronti; di Nathalie Loiseau, invece, è opportuno citare quanto asserito in occasione del World Economic Forum, tenutosi a Davos dal 22 al 25 gennaio 2019, che vide il solo presidente Conte formulare una proposta sensata: “All’ONU vi sia un solo seggio che rappresenti l’Unione Europea e non un seggio per ogni stato”. La Francia di Macron, per bocca del suo ministro degli esteri, replicò testualmente: “Non giochiamo a chi è più stupido”, lasciando chiaramente intendere che di favorire il processo d’integrazione europea con un segnale dal forte valore simbolico non se ne parla proprio, rivelando in tal modo il vero volto dei falsi europeisti.

In psicologia esistono seri studi per inquadrare le patologie di chi sia aduso a imputare agli altri le proprie azioni sconce, per lo più racchiuse nei concetti di “gaslighting” e “proiezione”. Il primo termine indica una sporca tattica di manipolazione protesa a distorcere la percezione della realtà, insinuando dubbi che possono diventare tanto più forti quanto più autorevole è il ruolo di chi la metta in pratica. La “proiezione”, invece, evidenzia la meschina incapacità di acquisire consapevolezza delle proprie mancanze e la propensione a riscontrarle negli altri. Apparentemente il gaslighting potrebbe essere recepito come uno strumento maligno razionalmente utilizzato per fini biechi, mentre per la proiezione risulta più evidente la matrice psico-patologica. In realtà anche il gaslighting va considerato alla stregua di una malattia mentale: chi lo pratica, infatti, in linea di massima è avviluppato totalmente nel proprio pensiero e nei propri convincimenti. Quando la Loiseau afferma “non giochiamo a chi è più stupido”, non pronuncia una frase con la consapevolezza di chi sappia di giocare sporco ma con la convinzione di “avere ragione”. Per lei, infatti, come per tanti altri falsi europeisti, è inconcepibile una vera Europa Unita e una Francia priva del suo potere di veto all’ONU.

Stiamo parlando, quindi, di soggetti che, a prescindere dai limiti etico-culturali che li rendono inadeguati al delicato ruolo ricoperto, sono dei sociopatici affetti da gravi disturbi mentali, tipici dei narcisisti vendicativi e degli psicopatici che adottano comportamenti disadattativi nelle proprie relazioni. Sono dei malati, di fatto, che andrebbero innanzitutto curati da bravi psicoterapeuti. E’ importante sottolineare questo aspetto perché non è giusto, per loro colpa, inficiare gli stretti legami che, da sempre, affratellano due popoli.        

LETTERA APERTA ALL’AMBASCIATORE DI FRANCIA E AL DIRETTORE DE “LE FIGARO”

Egregio Ambasciatore Christian Masset, Gentile Direttore Alexis Brézet, per rigida disposizione medica devo stare lontano dalle fritture, dagli insaccati, dai grassi saturi e dai cretini di ogni ordine e grado, soprattutto da quelli di alto grado che, rispetto ai cretini ordinari, sono molto più dannosi. Per distanza non s’intende solo quella fisica ma anche mentale e pertanto, non potendo indirizzare direttamente questo messaggio al più grande tra i cretini che popolano il vostro meraviglioso paese, lo affido a voi, in modo che gli sia recapitato. Sarei felice, inoltre, di vederlo pubblicato affinché fosse letto soprattutto da quella parte colta e illuminata del popolo francese che, sin dal 1826, trova nel quotidiano “Le Figaro” un solido e serio punto di riferimento mediatico. Mi sia consentito di accompagnare la richiesta di pubblicazione con una dedica a un glorioso giornalista della testata, nonché grandissimo storico e prezioso mentore di tanti giovani europei che, negli anni settanta e ottanta del secolo scorso, ebbero la capacità di capire il mondo meglio di quanto non fosse riuscito ad altri, scattando in avanti, e non di poco, rispetto ai tempi. Quei giovani, che ora hanno i capelli bianchi e con i quali ho condiviso mille battaglie, ancora oggi costituiscono il patrimonio più prezioso di questa sgangherata Europa che stenta a trovare la strada maestra. Grazie, Jean-Calude Valla, per tutto ciò che ci hai insegnato. Se tu fossi ancora vivo faresti senz’altro sentire la tua autorevole voce per mettere in riga i cretini, sulla scia di ciò che sempre hanno fatto i grandi francesi, in ogni epoca.

Egregio Ambasciatore, gentile Direttore, chi scrive, sin da quando indossava i pantaloni corti, della Francia ama tutto: il suo incantevole territorio, parte del quale raggiunge livelli di suggestione che trascendono la bellezza e sconfinano in una magia travolgente, capace di far perdere ogni cognizione spazio-temporale; la cultura, che trasuda da ogni contesto e quindi non solo dai testi dei grandi romanzieri; la musica, che grazie alla poetica degli chansonnier alberga ancora oggi su vette irraggiungibili dai comuni mortali; il cinema, che ha donato al mondo la straordinaria bravura di registi e attori ineguagliabili, meritevoli occupanti di quell’Olimpo indegnamente popolato da troppe mezze cartucce graziate dalle mistificazioni, artate e involontarie, di quel variegato e disordinato caleidoscopio umano che gravita intorno alla settima arte. In questo sviscerato amore so di essere in buona compagnia, non solo tra i confini del mio Paese. La Francia, per chiunque sappia volare da vetta a vetta senza scendere a valle, è sempre stata e sempre resterà una terra incantevole. E non è certo un caso, tra l’altro, se uno tra i più grandi uomini mai nati su questo pianeta, se non il più grande in assoluto, in un celebre saggio, argutamente argomentando, sostanzialmente scrisse che la Germania può sempre vincere una guerra contro la Francia, ma culturalmente non potrà mai sconfiggerla. (Friedrich Nietzsche, “Considerazioni Inattuali”, capitolo I).

Per decenni, le vicende interne, anche quando hanno generato aspetti sociali non condivisibili, non hanno mai condizionato i reciproci buoni rapporti. Parimenti non hanno mai fatto testo le sortite degli zelanti soggetti improvvidamente definiti “intellettuali” o addirittura “nuovi filosofi”, tipo Bernard-Henry Lévi che, recentemente, nel programma televisivo condotto da Lucia Annunziata, dopo aver sputato fiele sul Governo Conte, ha avuto l’ardire di indicare Matteo Renzi, Carlo Calenda ed Eugenio Scalfari come fulgidi esempi della “buona élite”.  Ora, però, il cretino che occupa le meravigliose stanze nelle quali un tempo si sollazzavano Madame de Pompadour e i suoi amici, sta dando troppo fastidio. “Certo – direte voi – è un cretino, ma ha preso oltre 20milioni di voti, espressi proprio da quel popolo che dici di amare tanto e quindi la colpa è principalmente dei francesi se oggi accadono certe cose”. Parole sante, ovviamente, e inconfutabili, soprattutto da uno come me, che per decenni ha visto il suo popolo delegare il potere alla peggiore congerie di rifiuti umani.

Sul comportamento delle masse nelle varie epoche storiche sono state scritte pagine memorabili, che non devo certo ricordare a voi. La democrazia ha sempre fatto i conti con le debolezze umane e con l’ignoranza dei più: è così sin dai tempi di Pericle e con questa triste realtà dovremo convivere fin quando il sole non si stancherà di illuminarci e, spegnendo la luce, spegnerà tutte le nostre vacue illusioni. Nel frattempo è opportuno che ci si sforzi per dare un senso alle nostre azioni. Si può sbagliare, si può cadere, ma l’importante è porre rimedio agli errori e rialzarsi: quando ciò non accade ci si trasforma in zombi, ossia in morti viventi.

Sia ben chiaro che, di là da ciò che traspare sui social, gli italiani di peso, con solide radici e grande valenza culturale, non si sentono minimamente offesi per le squallide e volgari esternazioni del cretino, dal momento che gli tributano la stessa considerazione tributata a una cacca di mosca. Nondimeno, tuttavia, siccome non tutti conoscono i fatti nella loro essenza più recondita e complessa, per amor di verità va ben spiegato anche in cosa consista quella “proiezione” di cui parlavo in premessa. Pazienza se i fatti narrati colpiranno non solo lui e potranno ferire l’amor patrio di tanti di voi: la verità a volte fa male, ma non per questo può essere sottaciuta. Per il cretino dell’Eliseo noi saremmo “irresponsabili, vomitevoli, cinici”. Quale meraviglioso esempio di proiezione perfetta!  “Irresponsabile”, infatti, è un termine che si addice benissimo a chi ha bombardato la Libia per mera gelosia nei confronti dell’Italia in virtù del rapporto privilegiato che con essa intercorreva, creando le premesse per il disastro dell’invasione migratoria; “cinico”, casomai, è chi manda la Gendarmerie a Ventimiglia per respingere con modi bruschi qualsiasi straniero tenti di entrare nel vostro “sol sacré”, magari sconfinando anche in territorio italiano; “vomitevole”, e non solo, è chi sfrutta indecorosamente l’Africa stampando moneta per quattordici nazioni, beneficiando del signoraggio e “cinicamente” sfruttando il lavoro di bambini nelle miniere. Dal Niger, per esempio, proviene il 30% dell’uranio che serve per le centrali nucleari, mentre il 90% della popolazione nigerina vive in condizioni miserrime, senza nemmeno l’energia elettrica. Scegliete voi, infine, il termine più adatto per dei governanti che offrono ospitalità a una quarantina di terroristi, negando la loro estradizione.  Può, dunque, un Paese come la Francia essere rappresentato da una cacca di mosca che parla a vanvera e ha più rogna addosso di quanto non se ne trovi in un canile mal curato? E voi, non vi vergognate un po’ per essere parte integrante di un sistema così marcio? Il “romanticismo” di un amore per le tante cose belle che la Francia ha prodotto e continua a produrre resta intatto, ma sarebbe ora di porre fine alle cose brutte, che fanno male. A tutti.

Il popolo francese ha il dovere di fare ammenda dei propri errori, come in parte già sta avvenendo, e creare i presupposti affinché il cretino sia rimosso nel più breve tempo possibile, lasciando campo libero a chi possa veramente agire al servizio del Bene, stoppando l’indecorosa, sporca e criminale politica estera, soprattutto per quanto concerne le vicende africane. Questa non è ingerenza, ma tutela dei nostri interessi, perché le scelleratezze dei vostri governanti condizionano la vita dell’intera Unione Europea e risultano oltremodo dannose proprio per noi italiani. Chiunque eserciti un qualsivoglia potere, in qualsiasi contesto, pertanto, si assuma le proprie responsabilità al cospetto non solo del suo popolo ma del mondo intero. Il non farlo vuol dire rendersi complici di malandrini affetti da turbe psichiche, indegnamente insigniti di un potere che non meritano e che non sono in grado di esercitare in modo corretto. Fate in fretta, quindi. Non vediamo l’ora di ritornare a pensare alla Francia senza disgusto.

Lino Lavorgna

 

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