A bordo non si parla italiano. A lanciare la denuncia Giampiero Catone, capogruppo della Dc per le Autonomie in commissione Trasporti di Montecitorio. I passeggeri italiani dei voli in 'code share' (voli cioe' operati, in base ad accordi, da velivoli di altre compagnie) ''subiscono quotidianamente pesanti discriminazioni, oltre ad essere i meno sicuri. Parafrasando il titolo di un celebre film, potremmo definirli 'figli di dio minore'''.
A bordo non si parla italiano. A lanciare la denuncia Giampiero Catone, capogruppo della Dc per le Autonomie in commissione Trasporti di Montecitorio. I passeggeri italiani dei voli in ‘code share’ (voli cioe’ operati, in base ad accordi, da velivoli di altre compagnie) ”subiscono quotidianamente pesanti discriminazioni, oltre ad essere i meno sicuri. Parafrasando il titolo di un celebre film, potremmo definirli ‘figli di dio minore”’.
Catone in una nota racconta che ”e’ scandaloso quello che hanno dovuto subire ieri i nostri connazionali sul volo in code share Alitalia-Brussels Airlines delle ore 16.40 Roma-Bruxelles. L’aereo, appena decollato dall’aeroporto di Fiumicino, a causa probabilmente di uno stormo di uccelli, ha sofferto un guasto al motore provocando comprensibile allarme tra i passeggeri. Allarme ben maggiore per i passeggeri italiani – spiega – ai quali le rassicuranti comunicazioni interne diffuse solo in lingua francese, inglese e fiammingo e non in lingua italiana sono risultate incomprensibili”. ”Non vogliamo neanche pensare – prosegue Catone – cosa sarebbe successo se a bordo ci fossero stati passeggeri sofferenti di malattie ipertensive e cardiache: all’agitazione per le difficolta’ incontrate dall’areoplano, si sarebbe sommata l’angoscia per le comunicazioni in lingua straniera. Per questo – conclude il parlamentare della DCA – annunciamo un’interrogazione urgente al ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi, ed al ministro per le Politiche europee, Emma Bonino – chiedendo anche una convocazione dei responsabili dell’Enav e dell’Alitalia – per capire come sia possibile che un volo in code share che ‘nasce’ dall’Italia non preveda alcuna comunicazione di soccorso nella nostra lingua”.
Federica Daniele
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