Ambitissime da sempre e ora al centro di una polemica giornalistico-istituzionale. Si tratta delle agendine di Camera e Senato, con quelle di Palazzo Madama colpite dagli strali di Marco Travaglio giovedì sera e oggetto di un apposito paragrafo della nota di replica da parte dell'ufficio stampa del Senato. «In conclusione, vale la pena tornare sulla vicenda dell'acquisto di agende e agendine, per chiarire, si spera una volta per tutte, che è assolutamente tendenzioso e fuorviante affermare, come ha fatto Marco Travaglio nel corso della trasmissione Annozero, che «da solo il Presidente Schifani spenderà 260 mila euro per realizzare la preziosa agendina di Palazzo Madama...». «La spesa del 2008 - precisa la nota - è infatti il risultato di una gara europea di durata quadriennale decisa ed effettuata nella scorsa legislatura e quindi non ascrivibile all'attuale Presidenza». «Inoltre, a partire proprio dal 2007, e come già sottolineato con un comunicato stampa del luglio 2007, grazie a questa gara si è ottenuto un risparmio del 65 per cento sull'onere del 2005, facendo scendere il costo unitario delle agendine dai 20,28 euro del 2005 ai 7,60 dell'anno in corso. Infine, quasi il 50 per cento del costo totale di agende e agendine verrà comunque compensato dalla vendita delle stesse: quindi - conclude la nota - non è corretto sostenere che dal Senato escono 260mila euro perché la metà dello stanziamento sarà coperto, come in passato, dai ricavi delle vendite».
Why Not; il caso. Nella seconda metà del giugno 2007, alla luce di una gestione scandalosa del denaro pubblico, ha inizio l’inchiesta che prende il nome dalla società con sede a Lamezia Terme. Questa agenzia di lavoro interinale fornisce alla regione Calabria lavoratori specializzati nel settore informatico; a smascherare la truffa è una lavoratrice della stessa società, che dà inizio all’inchiesta, permettendo di individuare una lobby di potere trasversale appoggiata e tenuta insieme da una loggia massonica coperta chiamata “la San Marino”.
Le inchieste «Why not» e «Poseidone» della Procura di Catanzaro e quella di Salerno su presunti illeciti legati sempre alle inchieste dell'ex pm Luigi de Magistris proseguiranno nelle rispettive competenze delle Procure calabrese e campana. L'impasse è stata sbloccata grazie a un doppio dissequestro degli atti compiuto dalla Procura generale di Catanzaro e poi da quella di Salerno, in seguito all' intesa raggiunta tra i responsabili dei due uffici giudiziari.
La mega truffa. La Dia lavora al duro colpo giudiziario in merito alla delibera comunale «Global service», una gara d’appalto da 400 milioni di euro, solo in seguito ritirata ufficialmente per mancanza di fondi; secondo gli inquirenti il vero motivo per cui l’operazione non è mai stata conclusa sarebbe la fuga di notizie che nel mese di gennaio aveva consigliato alle figure di spicco di questa truffa di evitare rischi così grossi.
«La situazione delle intercettazioni è inaccettabile. Devono essere fatte solo per i reati più gravi». Lo ha affermato Silvio Berlusconi alla conferenza stampa di fine anno. «In Parlamento in un emendamento è stata inserita la possibilità di fare intercettazioni anche nelle indagini su reati contro la Pubblica amministrazione. Un disegno di legge così fatto, sul quale mi sono detto subito insoddisfatto, non cambierebbe di molto una situazione inaccettabile. I cittadini non devono essere intercettati rispettando il loro diritto alla privacy. Ho la certezza che questo mio convincimento sia condiviso da tutta la maggioranza».
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