NAPOLI – Questa settimana il gruppo Facebook, cui fa capo Mark Zuckerberg e che comprende Instagram, WhatsApp e Oculus, sarà soggetta ad un cambio di nome. Si tratta di una operazione non troppo diversa da quella che fece al suo tempo Google qualche anno fa variando il suo nome in Alphabet, anche se tutti continuarono a chiamare la società come “gruppo Google”.
Le variazioni della società del magnate americano arrivano nel momento di certo più complesso della sua storia. Da un mese a questa parte, infatti, un noto quotidiano americano sta pubblicando regolarmente decide di contenuti provenienti da migliaia di documenti interni al sistema della società che dimostrano la completa consapevolezza del CEO per quanto concerne la violazione della privacy dei singoli clienti dei servizi legati alla sua azienda, nonché i danni diretti e più generali alla democrazia.
Ciò di certo non giova alla figura dell’imprenditore americano che spesse volte si è espresso a riguardo smentendo tali voci e confutando le teorie espresse al riguardo dai maggiori competitor, nonché dai consumatori dei servizi prestati. Nei dati pubblicati, invece, si evince non solo la piena conoscenza di Zuckerberg negate a fronte di un protezionismo nei riguardi del profitto, ma anche quella dei collaboratori dello stesso.
Diversi osservatori si espongono sul periodo tale periodo aziendale secondo i termini “Facebook è già morto”. Il gruppo, invece, continua a crescere in controtendenza. Diversi miliardi di utenti usano i suoi servizi ogni giorno. Come si è visto qualche settimana fa quando improvvisamente, e per molte ore, hanno smesso di funzionare, con un impatto sulla vita di molti per nulla indifferente.
Giorgia Cremona
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