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L’Iraq non è più la terra di Saddam, presto sara’ meta turistica

AttualitàL'Iraq non è più la terra di Saddam, presto sara' meta turistica

Eloisa Piermaria (Easy Diplomacy): “siamo convinti che il turismo possa diventare uno strumento di pace”

Roma, 24 mag. (askanews) – Se avete in mente le immagini della caduta di Saddam e le lunghe dirette televisive sulla guerra del Golfo, eliminate quei ricordi dalla vostra memoria. L’Iraq oggi ha tutt’altro aspetto e sta diventando la meta turistica del futuro. Easy Diplomacy, impegnata nella promozione del dialogo interculturale e della cooperazione internazionale, ha recentemente condotto una missione in quel territorio. “Abbiamo verificato la ricchezza culturale, geografica e sociale. L’Iraq è un Paese dalla storia straordinaria e possiede un patrimonio umano, purtroppo erroneamente mal percepito e poco conosciuto in Europa”, spiega Eloisa Piermaria, titolare di Easy Diplomacy.

La missione in Iraq ha rappresentato un’opportunità importante per esaminare attentamente la reputazione dell’Iraq, identificando i suoi punti di forza e le sue criticità. Attraverso un approccio obiettivo e basato su fonti attendibili, Easy Diplomacy ha potuto maturare un’opinione fondata e rispettosa della cultura irachena: “Il nostro approccio -continua la Piermaria – si è focalizzato sull’importanza di investire nella promozione del patrimonio culturale e turistico come strumento per migliorare la percezione globale del Paese, generare nuove opportunità economiche e promuovere il dialogo interculturale. Attraverso il turismo autentico e sostenibile, miriamo così a contribuire alla prosperità e alla pace, offrendo benefici economici e culturali alle comunità ospitanti e promuovendo la comprensione e la cooperazione internazionale. Dobbiamo superare l’antico retaggio culturale che vede l’Iraq come un luogo da evitare. Purtroppo, ancora oggi, facendo anche una semplice ricerca sui motori come Google, il turista e l’investitore trova informazioni fuorvianti e negative che non corrispondono a realtà. L’Iraq è la Mesopotamia, la culla della cultura e della civiltà, dove tutto è nato. Solo che il mondo ha dimenticato o non sa che quella Mesopotamia che studiamo a scuola si chiama Iraq! È la terra dei sumeri e dei babilonesi. E’ la terra dove è nata la scrittura e noi, a partire da oggi, vogliamo riscrivere la sua storia”.

L’Iraq dunque è destinato a cambiare volto e, nel prossimo futuro, diventare una terra da visitare: “Siamo convinti che questo accadrà a breve -aggiunge Piermaria. Nel corso della nostra missione, abbiamo del resto partecipato – in qualità di membro del Comitato esecutivo e rappresentante delle varie delegazioni straniere presenti, alla Seconda conferenza internazionale per combattere il terrorismo, evento che ha visto la partecipazione di importanti figure internazionali, tra cui il Segretario generale dell’Imam Hussain Holy Shrine e rappresentanti delle Nazioni Unite, e che si è focalizzato sull’analisi degli estremismi contemporanei e lo sviluppo di strategie coordinate per contrastarli in modo efficace. Un incontro che ha spiegato come il rischio sia oggi ridotto e che questo può dare il via a un nuovo percorso che punti proprio sul turismo che diventa così a tutti gli effetti strumento di pace”.

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