Per il 69,9% delle aziende, poi andamento mercati
Roma, 27 mag. (askanews) – Sono gli eventi metereologici il fattore che più pesa sulle previsioni di semina. Il clima, infatti, è il fattore di incertezza più condizionante per il 69,9% delle aziende agricole, seguito dall’andamento dei mercati (32,4%) e dai prezzi delle materie prime (20,2%). E’ quanto emerge dal rapporto Istat sulle Previsioni di semina per le coltivazioni cerealicole: tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024, l’Istat ha condotto una indagine sulle intenzioni di semina di alcune colture erbacee, finalizzata a prevedere l’uso delle superfici cerealicole nell’annata agraria in corso (2023-2024) rispetto all’annata 2022-2023.
Alle aziende agricole intervistate è stato chiesto se ritenessero che quanto previsto per l’annata 2023-2024 potesse modificarsi nei mesi successivi. Il 27,6% delle aziende agricole che hanno fornito le previsioni di semina ha risposto in maniera affermativa; inoltre, la propensione alla risposta affermativa aumenta al crescere della dimensione aziendale: infatti, si passa dal 20,5% delle aziende fino a 10 ettari di SAU al 33,2% delle aziende con oltre 100 ettari.
Tra i fattori presi in considerazione che possono comportare cambiamenti rilevanti tra le previsioni di semina e quanto sarà effettivamente seminato nell’annata agraria in corso, gli intervistati hanno avuto la possibilità di fornire risposte multiple. Tra le aziende che ritengono possibili modifiche nell’uso del suolo rispetto a quanto indicato con le previsioni di semina, il 69,9% (con un picco dell’80,4% nelle due isole maggiori) ha indicato, tra le possibili cause, il fattore meteorologico, probabilmente anche in relazione agli eventi dello scorso anno.
A seguire, ulteriori fattori di incertezza sono l’andamento dei mercati (32,4%) e i prezzi delle materie prime (20,2%), ad indicare l’effetto destabilizzante derivato dai conflitti internazionali in corso, che generano instabilità dei mercati. Il Sud e le Isole prevedono minori difficoltà derivate dall’andamento dei mercati, probabilmente riconducibili all’aumento generale dell’export 2023; diversamente, le previsioni sembra possano essere influenzate dall’andamento dei prezzi delle materie prime dei prodotti acquistati dagli agricoltori, che hanno registrato un aumento costante negli ultimi mesi del 2023.