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Israele gioca “a guerre stellari” con l’Iron Dome: cosa è e chi l’ha inventato

MondoIsraele gioca “a guerre stellari” con l’Iron Dome: cosa è e chi l’ha inventato

ROMA – Israele si è difeso dalla pioggia di fuoco scagliata ieri dall’Iran, e continua a difendersi, grazie alle sue “cupole di ferro”, ovvero un sistema di difesa aerea all’avanguardia conosciuta come Iron Dome, entrato in funzione nel 2011. Secondo gli esperti, l’Iron Dome è anche uno dei pilastri strategici dell’alleanza Usa-Israele, seguita dalle successive amministrazioni democratiche e repubblicane (e uno dei principali sostenitori del suo utilizzo è stato persino Barack Obama) .

DANIEL GOLD, “PAZZO” EROE NAZIONALE

Oggi dai social, all’indomani degli attacchi, si leggono da parte degli israeliani post di ringraziamenti all’Iron Dome, che ha consentito di neutralizzare di fatto quasi tutti i missili avversari e minimizzare le perdite- secondo l’Idf l’unica vittima sarebbe, ironia della sorte, un palestinese. E non mancano i ringraziamenti diretti al suo inventore, Daniel Gold, ingegnere con due dottorati di ricerca, a capo della Defense Research and Development Directorate del ministero della Difesa di Tel Aviv. In verità, la storia della creazione dell’Iron Dome non è stata libera da ostacoli.

Non siamo qui a giocare a guerre stellari”, fu infatti la risposta che ricevette Gold quando portò l’idea di annientare missili con altri missili ad alta precisione davanti all’establishment della Difesa. Lo etichettarono come un pazzo, oggi è una rock star per gli israeliani.
Genitori ungheresi sopravvissuti all’Olocausto, lui nato e cresciuto in Israele: l’idea della cupola di ferro venne a Gold durante la Guerra del golfo, quando l’Iraq aveva lanciato razzi scud contro Tel Aviv. Lui era solo un neolaureato e iniziò ad impegnarsi per creare qualcosa che consentisse agli israeliani di “smettere di vivere nella paura”.  Come dimostra il primo flop davanti ai capi della difesa, la strada che portò alla realizzazione del suo sistema antimissilistico non fu in discesa, tutt’altro. Gold andò avanti a testa bassa, nel mezzo si permise persino di violare una direttiva del ministero. E anche quando, alla fine, il governo israeliano si convinse, dopo anni, erano necessari altri investitori. Allora si guardò, non a caso, agli Stati uniti, che hanno fornito il loro know-how di difesa e miliardi di dollari di sostegno finanziario al programma. Al progetto di Gold furono così date le gambe, il sistema fu realizzato, perfezionato: per il design ci si ispirò a un’automobilina-gioco per bambini. E anche per il nome ci furono ripensamenti: dalla Golden Dome– in onore del suo inventore- si passò all’Iron Dome, ritenenuto un nome meno sfacciato.

COME FUNZIONA E QUANTO COSTA

L’Iron Dome è un sistema composto in tre parti: un radar, un centro di controllo e i missili intercettori. Il radar percepisce il razzo, il centro di controllo ne calcola la traiettoria, il Tamir (missile intercettore) lo disintegra. Si attiva e parte se c’è il pericolo che vengano colpiti centri abitanti. Oggi in Israele ci sono circa dieci batterie in tutto il paese, ciascuna con tre o quattro lanciatori, in grado di sparare venti missili intercettori. A partire dal 7 ottobre Il sistema Iron Dome ha dovuto affrontare il compito di intercettare un numero straordinario di minacce: secondo fonti ufficiali israeliani il sistema è in grado di eliminarne tra il 75 ed il 95%. Il costo? Ogni batteria costa cento milioni di dollari, ogni razzo cinquantamila. E pensare che quando Gold presentò la sua idea, nessuno avrebbe scommesso un dollaro. Ma oggi il pazzo è diventato un eroe nazionale.

(Nel video tratto da X le immagini dell’intercettazione dei missili iraniani da parte dell’Iron Drome)

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