Sono trascorsi dieci anni da Il principe abusivo, film d’esordio diretto ed interpretato da Alessandro Siani. Nel frattempo l’attore e regista, ha avuto modo di portare sullo schermo temi piuttosto cari e vicini al suo mondo, alla sua realtà locale e non. Da Si accettano miracoli, passando per Mister Felicità e Chi ha incastrato Babbo Natale?, Siani ha raccontato storie di disagi relazionali, di destini incrociati, di sfruttamento sul lavoro, il tutto cercando sempre di ironizzare a suo modo su tanti aspetti che non funzionano come dovrebbero nella nostra società.
Con Tramite Amicizia, Siani affronta ancora una volta il caldo tema del lavoro, raccontandoci uno spaccato di ciò che sembra accadere negli ultimi tempi. In una corsa contro il tempo, le persone hanno meno spazio disponibile per coltivare amicizie e frequentare persone. Un po’ per una vita sempre più scandita da impegni, un po’ per pigrizia e chiusura, ci si sente spesso soli e senza amici con i quali condividere anche quattro chiacchiere davanti ad un caffè.
Così Lorenzo, cavalcando l’onda del periodo storico, ha aperto un’agenzia di noleggio amici, all’interno della quale si paga per ottenere un consiglio su un’importante decisione, una spalla su cui piangere nei momenti critici o un braccio in più su cui contare nei pomeriggi di shopping folle.
Insomma, l’amico perfetto esiste eccome, ma è a pagamento. Quando però Lorenzo si troverà a dover aiutare la sua famiglia dal prendere o meno una decisione importantissima, le cose si complicheranno più del previsto.
Tramite Amicizia è una commedia che Siani interpreta e dirige scrivendola a quattro mani assieme a Gianluca Ansanelli con il quale collabora dal 2015. Nonostante ci sia lo sforzo di narrare una vicenda dai tratti ilari e fuori dalle righe, Siani non riesce ad abbattere la terza parete e a coinvolgere come dovrebbe il pubblico.
Le cause di questo limite sono svariate tra cui una trama che stenta a decollare e ad essere credibile, rendendo tutto il tessuto narrativo poco scorrevole, ma soprattutto la presenza di gag totalmente ripetitive ed esasperate.
In novanta minuti di film si ride ben poco, causa anche la scarsa o poco attenta caratterizzazione dei personaggi protagonisti di tanti siparietti. Insomma per chi si aspettava un film spassoso e leggero, purtroppo abbiamo a che fare con l’ennesima commedia tanto autocelebrativa e poco scorrevole.
Giada Farrace
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