A distanza di cinque anni dall’ultima pellicola interpretata da Jennifer Lawrence e Javier Bardem dal titolo Madre!, Darren Aronofsky torna dietro la macchina da presa dirigendo un film molto più intimo e toccante. Si intitola The Whale l’ultima fatica del regista newyorkese, adattamento cinematografico dell’omonima opera teatrale scritta da Samuel Hunter nel 2012.
E’ la storia di Charlie, un professore di scrittura creativa che soffre di grave obesità, condizione che lo costringe a passare le sue giornate chiuso in casa, riducendo al minimo i contatti umani. Le lezioni che impartisce ai suoi studenti sono esclusivamente on line, senza mostrar mai il suo volto, a videocamera oscurata. L’unica persona che vede durante la settimana è Liz, l’infermiera che lo aiuta nel gestire le sue attività quotidiane e a prendersi cura della sua igiene. La donna è la sorella dell’ex compagno di Charlie, morto anni prima per suicidio.
Una ferita che tra le tante per Charlie non si è mai rimarginata, provocando tantissime sofferenze, confluite poi nella condizione irrecuperabile in cui l’uomo si trova ora. Ed è da qui che l’indagine di Aronofsky ha inizio nel disvelamento di quelle che sono le pagine più traumatiche della vita di Charlie, un’esistenza costellata da tanti dolori e delusioni che lo hanno col tempo portato a isolarsi, a sfogare il suo tormento nel cibo.
The Whale è un film che parla a tutti, utilizzando dicotomie veicolate da immagini pregne di simbolismi. Aronofsky è un regista che cerca ogni volta di raccontare una parabola che apparentemente risulta complessa e stratificata, ma che in realtà racchiude un nodo semplice e diretto: la ricerca di una redenzione. In questo senso, la scelta di un attore come Brendan Fraser, appare quanto mai indicativa.
Anche lui come Charlie ha vissuto un percorso artistico piuttosto complicato, partendo da esordi aurei e acclamati, per poi abbandonare quel modello di perfezione proposto e voluto dalla macchina di Hollywood, divenendo infine l’antidivo per eccellenza. Ciò che ha passato Fraser si ricollega e aggiunge spessore a quella sofferenza e volontà di riscatto che sono parte di Charlie.
The Whale, se da un lato cede spesso al grottesco (caratteristica molto presente nei lavori di Aronosfky), dall’altro gode di elevata ricercatezza, qualità che lo rende un film emozionante e completo.
Giada Farrace
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