Dopo un periodo di gestazione durato alcuni anni, iniziato nel 2015 e giunto al termine circa un anno e mezzo fa, Lamborghini è finalmente approdato sulla piattaforma Prime Video in esclusiva per tutti gli amanti dei motori. Un momento attesissimo da quel pubblico di appassionati che certamente avrà modo di emozionarsi di fronte alla visione di macchine davvero indimenticabili.
Basato sulla biografia scritta dal figlio Tonino, questo film dedicato al coraggioso e brillante Ferruccio Lamborghini, ripercorre a tappe, a capitoli volendo essere più scrupolosi, la complessa e tumultuosa vita di questa grande figura dell’automobilismo di lusso italiano.
Nato a Ferrara nel 1926, cresciuto in una famiglia di contadini, Ferruccio dimostra da subito un interesse particolare nei confronti dei motori, una passione che con gli anni diventerà totalizzante. Fino al 1963 quando l’uomo fonda il marchio Lamborghini diventando un imprenditore di portata mondiale.
Leit motiv di questo film è anche il continuo rapporto di stima e competizione con il grande Enzo Ferrari, con cui Ferruccio gareggia professionalmente ed idealmente, in una continua sfida tra prestazioni automobilistiche e umanità. Il forte interesse che il cinema sta dimostrando nei confronti dell’automobilismo è un processo irrefrenabile che ha iniziato la sua corsa con uno dei film più belli e riusciti di sempre, ossia Ford vs Ferrari – La mans ’66.
Tuttavia, nel caso di Lamborghini, a fine visione si viene come pervasi da un senso di incompletezza e immaturità, riscontrabili in molti passaggi di questo racconto e che ci allontana dalla qualità visiva e strutturale di Le Mans. Anzitutto, quel che toglie molto spessore ai personaggi nella prima parte del film è una gestione del doppiaggio un po’ troppo bidimensionale, più vicina all’impianto tipico del piccolo schermo (qualcosa che possiamo aspettarci da una rete televisiva, ma non da un film su Prime Video).
Spostando il focus invece sulla sceneggiatura, salta all’occhio una scarsa capacità affabulatoria o narrativa qualsivoglia chiamare essa. Ne risulta quindi un prodotto poco strutturato con deboli fondamenta, vittima anche di un abbozzato ritratto dei personaggi che ci scorrono davanti agli occhi, mai approfonditi quanto necessario.
Forse indebolito da una continua serie di modifiche e da aspettative molto alte attorno ad un cast iniziale composto da Antonio Banderas e Alec Baldwin, rimpiazzato poi da Frank Grillo e Gabriel Byrne, Lamborghini è uscito on demand quasi in sordina, senza attirare troppa attenzione. Un film che esalta le belle automobili, senza però occuparsi di approfondire il suo protagonista. Niente di più errato.
Giada Farrace
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