Distribuito da HBO Max, il nuovo film diretto dall’acclamato Soderbergh è un esperimento a metà tra thriller d’investigazione e action movie al cardiopalma, molto vicino per alcuni aspetti a saghe come quella di John Wick. Nel film, Angela è un’informatica che lavora per una grande azienda di smart speaker capaci di rispondere alle esigenze delle persone, qualcosa di piuttosto vicino all’attuale e più concreta Alexa.
Durante l’esame di alcune anomalie del sistema, che la donna puntualmente ha il compito di risolvere, Angela scopre un audio sospetto dietro al quale si cela un terribile omicidio perpetrato nei confronti di una donna. Così, decide di muoversi per coinvolgere i piani alti dell’azienda e l’FBI, ma qualcosa sembra andare storto, e la ragazza si ritrova nel vortice della malavita, con tanto di criminali alle calcagna.
Kimi è un film che rispecchia tanti elementi del cinema di Soderbergh, tra cui l’azione, le scene sincopate che catapultano in situazioni al limite dove si respira adrenalina pura. Ma l’incipit del film, porta lo spettatore in un’altra direzione, mai sperimentata dal regista, molto vicina alle atmosfere paranoidi e claustrofobiche di tanti thriller anni novanta.
Questo tratto, porta lo spettatore a ritenere di avere di fronte un film più drammatico che d’azione, costellato da un forte elemento psicologico, legato al disturbo agorafobico di cui soffre la protagonista. E poi il colpo di scena, la deviazione verso metà racconto verso l’action puro, quello che fa saltare dalla sedia e tiene il pubblico sulle spine.
Soderberghiane sono le inquadrature, che rispecchiano il suo immaginario nel modo più sincero possibile, con un’immagine al servizio della narrazione esplicitata attraverso distorsioni e scene che sono dei veri e propri esercizi di stile.
Menzione a parte va fatta al magnifico lavoro sul montaggio sonoro, impeccabile e capace di trasmettere le impressioni più immediate, sempre sulla scia paranoide ed asfissiante.
Kimi pertanto è un film molto sincero che parla dell’universo Soderberghiano, focalizzando sul potere delle nuove tecnologie, onnipresenti nelle vite di tutti. Un’opera composita e intrigante, perfettamente cucita addosso alla sensuale e bravissima, Zoe Kravitz, entrata ufficialmente nell’universo delle eroine del mondo di Steven Soderbergh.
Giada Farrace
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