Presentato in anteprima assoluta all’ultimo Festival di Cannes, Moonage Daydream è un documentario atipico sulla straordinaria figura di David Bowie. L’aggettivo atipico riferito al film diretto da Brett Morgen, è da ricollegare alla natura anticonformista e inusuale di questo intimo documentario, privo di alcuni elementi comuni a questo genere come interviste ed immagini di repertorio.
Moonage Daydream è infatti un viaggio, un’immersione in un mondo quasi pittorico, dove l’immagine si fonde con il suono, con la conturbante voce del duca bianco, che ci accompagna per tutta la durata del film facendo da narratore. Il film parte dall’infanzia di Bowie giungendo all’ultimo periodo, poco prima che il cantante morisse (il film è stato girato qualche tempo prima che venisse alla luce la notizia della malattia).
Lo spettatore viene come immerso in un vortice di colori ed immagini psichedeliche che sembrano trascinare all’interno di un quadro in movimento dove il duca ci accompagna nel suo immaginario, nel suo modo di vedere il mondo in una dichiarazione d’amore per la musica e per l’arte.
Ciò che fa di Brett Morgen un immenso regista è questo approccio personalissimo nel disegnare immaginari con una profondità e un gusto estetico totalmente fuori dai canoni. Un po’ come successe con un altro documentario sempre diretto da lui e dedicato al personaggio di Kurt Cobain (Montage of Heck), Morgen sceglie di parlarci attraverso gli artisti, senza ricorrere ad un sistema schematico di ricostruzione e cesellatura bidimensionale.
Con il suo sguardo curioso e colorato riusciamo ad entrare nel mondo di Bowie in modo tridimensionale, vivendo un’esperienza sensoriale, un momento raro che sembra oltrepassare il confine dello schermo. D’altronde un film su e con David Bowie non può che varcare le barriere fisiche anche in virtù di quel naturale fascino e di quell’aura eterea che innalzava il duca bianco quasi ad una creatura proveniente da un altro pianeta.
Al cinema dal 26 settembre, Moonage Daydream è uno di quei film che prediligono una visione in sala per la bellezza di immagini e suono, dando vita ad un caleidoscopio emozionale.
Giada Farrace
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