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Anche io, al cinema l’indagine che incastrò Harvey Weinstein

harvey weinstein (foto Dire)

Rivelare pubblicamente un abuso subito da soggetti potenti è un passo rischioso che può comportare, nella peggiore delle ipotesi, danni irreversibili alla propria posizione lavorativa e mediatica, oppure, può innescare un meccanismo a catena capace di generare qualcosa di simile ad un uragano.

L’indagine condotta dal New York Times su un abuso da parte di un noto produttore nei confronti di un’attrice, spinge la giornalista Jodi Kantor ad indagare su questo ambiguo personaggio che risponde al nome di Harvey Weinstein. Secondo alcune indiscrezioni l’uomo, avrebbe usato il suo controllo sul mondo dello star system per ottenere favori sessuali da parte di alcune attrici americane e non solo.

Jodi inizia ad intervistare alcuni nomi noti del mondo dello spettacolo, e a poco a poco le indiscrezioni divengono testimonianze per poi finire a comporre i tanti tasselli di un puzzle raccapricciante fatto di abusi e violenze, perpetrati nel corso di anni. Nel film diretto da Maria Schrader, regista del pungente I’m your man, si ripercorre quindi tappa per tappa tutta la vicenda, composta da testimonianze ed interviste alquanto scottanti, alcune delle quali rilasciate da grandi nomi del cinema internazionale.

La regia è come se ci riportasse indietro nel tempo, a quelle pellicole d’inchiesta che venivano realizzate al solo fine di ricostruire un fatto di cronaca senza soffermarsi in modo meticoloso sull’inquadramento dei protagonisti, senza investire la trama di una qualche altra responsabilità narrativa.

Ad interpretare le due perspicaci giornaliste troviamo Carey Mullingan e Zoe Kazan, una coppia inaspettatamente affiatata e credibile, che restituisce fedelmente le sensazioni realmente provate. Anche io, tradotto dal titolo originale She said, è un film che pone al centro dell’attenzione la voce delle donne vittime di quegli abusi, le quali hanno fatto delle loro testimonianze una potente rete collettiva all’interno della quale è stato finalmente intrappolato quel nemico comune: Harvey Weinstein.

Giada Farrace

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