“Ci farebbe piacere se Papa Francesco si interessasse al caso San Gennaro e dicesse la sua in merito. Nei secoli scorsi la Curia ha più volte cercato di sottrarre la Cappella alla giurisdizione della Deputazione, ma i vari papi che si sono succeduti ci hanno sempre protetto con bolle che ristabilivano la posizione laica. Ripercorrere questa strada oggi avrebbe significato l'ennesimo fallimento, di conseguenza si è usato uno strumento alternativo che renderebbe vano qualsiasi intervento papale”. Lo ha detto il marchese Pierluigi Sanfelice dei Duchi di Bagnoli, componente della Deputazione della Cappella del Tesoro di San Gennaro, intervenendo a Mattina 9, il programma in onda sull'emittente Canale 9 dal lunedì al venerdì dalle 11.30.
“Ci farebbe piacere se Papa Francesco si interessasse al caso San Gennaro e dicesse la sua in merito. Nei secoli scorsi la Curia ha più volte cercato di sottrarre la Cappella alla giurisdizione della Deputazione, ma i vari papi che si sono succeduti ci hanno sempre protetto con bolle che ristabilivano la posizione laica. Ripercorrere questa strada oggi avrebbe significato l’ennesimo fallimento, di conseguenza si è usato uno strumento alternativo che renderebbe vano qualsiasi intervento papale”. Lo ha detto il marchese Pierluigi Sanfelice dei Duchi di Bagnoli, componente della Deputazione della Cappella del Tesoro di San Gennaro, intervenendo a Mattina 9, il programma in onda sull’emittente Canale 9 dal lunedì al venerdì dalle 11.30.
“La manifestazione di domani – ha spiegato Sanfelice di Bagnoli – sarà un sit-in silenzioso e simbolico, per far capire che la città si muove al fianco del suo Santo”.
“Il ministro Alfano non sarebbe dovuto intervenire in una questione come questa, e il suo decreto sarà attaccato in ogni modo possibile, perché non credo che la città di Napoli voglia farsi espropriare San Gennaro. La Chiesa – ha concluso l’esponente della Deputazione – non è avida: questo in atto è un tentativo di chi crede che la Cappella sia bene della Chiesa e non della città. Essendo realizzata con denaro pubblico non può essere assorbita da nessuno a meno che Napoli non voglia venderla. Solo così sarebbe possibile il passaggio dalla città a un privato”.
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