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Storia: corsi e ricorsi

La storia è maestra ma non ha scolari, sosteneva Antonio Gramsci. Aveva ragione, a giudicare dagli eventi del passato, del suo presente e di quelli attuali.

I legionari georgiani, valorosi volontari che si sono organizzati in formazione militare per sostenere l’Ucraina nella lotta contro gli invasori russi, accogliendo nei loro ranghi anche volontari di altri Paesi (www.georgianlegion.com.ua), hanno diffuso in rete un eloquente video,  associando delle frasi di Hitler a quelle di Putin. Un video che “dovrebbe” indurre tutti a profonde riflessioni, sempre che la storia incominci finalmente ad avere attenti scolari.  

Hitler: «Ho sempre cercato di arrivare al cambiamento pacificamente».

Putin: «Abbiamo tentato ripetutamente e con pazienza di negoziare con i Paesi NATO».

Hitler: «Ѐ una menzogna sostenere che vogliamo ottenere le cose con la forza».

Putin: «Non intendiamo imporre niente a nessuno con l’uso della forza».

Hitler: «Queste regioni devono la loro evoluzione culturale esclusivamente alla nazione tedesca; vi sono noti gli infiniti tentativi che ho fatto per risolvere pacificamente il problema dell’Austria e poi le questioni del Protettorato della Boemia e della Moravia. Tutto è stato vano». (Corsivo apposto da chi scrive. L’Austria era un problema solo per lui; i cittadini della Cecoslovacchia, a loro volta, furono così felici di essere sottomessi che, nonostante il terrore della feroce repressione, manifestarono in massa contro l’annessione.

Le fucilazioni e le deportazioni nei campi di concentramento fecero guadagnare al famigerato comandante del Protettorato, Reinhard Heydrich, il soprannome di “Boia di Praga”. Da vedere i film “L’uomo dal cuore di ferro”, diretto da Cédric Jimenez e “Missione Anthropoid”, diretto da Sean Ellis, N.d.R.)

Putin: «Per otto lunghi anni abbiamo fatto tutto il possibile per risolvere la situazione [dell’Ucraina, N.d.R.] pacificamente. Tutto è stato vano».

Hitler: «La Germania non ha interessi a Ovest. I confini ad Ovest definiscono i confini del Reich».

Putin: «I nostri piani non includono l’occupazione dei territori ucraini».

Hitler: «Le minoranze tedesche che vivono in Polonia sono soggette ad atroci persecuzioni».

Putin: «Lo scopo della “operazione militare speciale” è di proteggere le minoranze russe soggette al genocidio del regime di Kyiv». (Corsivo apposto da chi scrive:  termine genocidio utilizzato in termini accusatori nei confronti degli ucraini si colloca ai vertici della pur massiccia mistificazione degli eventi storici, perché trasforma le vittime in carnefici. Di seguito i link a due miei precedenti articoli sul genocidio subito dagli ucraini da parte dei russi: “Holodomor, lo sterminio per fame del popolo ucraino”;  “L’ombra di Stalin”).

Hitler: «Danzica era ed è una città tedesca. Il Corridoio polacco era ed è tedesco».

Putin: «L’Ucraina è, per noi, non solo un Paese vicino. Ѐ parte integrante della nostra storia, della nostra cultura, del nostro spazio spirituale».  (A queste dichiarazioni, per amor di verità, andrebbero aggiunte quelle ancora più dure pronunciate da Putin pochi giorni prima dell’invasione, quando sostenne sostanzialmente  che l’Ucraina non è mai esistita come entità autonoma ma è sempre stata terra russa e che l’Ucraina moderna è stata una creazione della Russia bolscevica.

Per il ministro degli Esteri Lavrov, invece, l’Ucraina “non ha il diritto di essere una nazione sovrana”. Non servono commenti, infine, per le frasi pronunciate dal patriarca Cirillo: «Chi muore uccidendo gli ucraini andrà direttamente in paradiso; chi uccide gli ucraini fa bene e non commette peccato» e per quelle dei commentatori televisivi russi che quotidianamente “discorrono amorevolmente” su come bombardare gli ucraini e non solo, sugli effetti di una bomba nucleare tattica e di tante altre amenità finalizzate alla dissoluzione dell’Occidente.
Il video realizzato dai legionari georgiani è disponibile nel loro account Twitter: cliccare qui.

                                                                                               Lino Lavorgna

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