Secondo i sindacati sono 10 mila i lavoratori scesi in piazza a Torino per la manifestazione nazionale dei lavoratori del gruppo Fiat indetta da Fim, Fiom, Uilm e Fismic. A sfilare in corteo, partito davanti alla porta 5 di Mirafiori, sono operai di tutti gli stabilimenti italiani. Ad aprire la manifestazione è lo striscione «Da Nord a Sud la Fiat cresce solo con noi».
Secondo i sindacati sono 10 mila i lavoratori scesi in piazza a Torino per la manifestazione nazionale dei lavoratori del gruppo Fiat indetta da Fim, Fiom, Uilm e Fismic. A sfilare in corteo, partito davanti alla porta 5 di Mirafiori, sono operai di tutti gli stabilimenti italiani. Ad aprire la manifestazione è lo striscione «Da Nord a Sud la Fiat cresce solo con noi». Tra i primi ad arrivare i lavoratori di Pomigliano, con la maglietta con la scritta «Pomigliano non si tocca», 7-800 persone giunte in treno alla stazione del Lingotto, che hanno scelto di non utilizzare il pullman messo a disposizione dai sindacati per raggiungere la palazzina di Corso Agnelli dove si sono presentati in corteo.
TENSIONI CON I COBAS – Non è mancato il fuori programma con relative tensioni. Mentre stava parlando il segretario generale della Fim, Beppe Farina, un gruppo di rappresentanti dei Cobas ha iniziato a fischiare e a gridare «venduto, venduto». Poi hanno staccato l’audio e Farina ha proseguito lo stesso l’intervento, poco dopo però sono riusciti ad arrivare al palco salendoci sopra con tensioni e spintoni sopra e sotto il palco. Nei tafferugli è stato coinvolto anche il segretario della Fiom, Gianni Rinaldini, strattonato e tirato giù dal palco. Il segretario della Fiom è comunque riuscito a fare il suo intervento mentre continuavano i cori dei Cobas «venduto venduto». Terminato il comizio dei segretari di Fim, Fiom, Uilm e Fismic, sul palco sono saliti i rappresentanti dei Cobas che hanno tenuto i loro interventi.
GLI STRISCIONI – Molte le bandiere, gli striscioni e i cartelloni esposti durante la manifestazione, come quelli «Marchionne tu vuò fá l’americano», «Fiat in Italia cuore mente e braccia», «Marchionne il lavoro nobilita uomini e donne lasciaci gli stabilimenti evitaci patimenti» e «La classe operaia non ha nazione». Fra i gonfaloni già presenti quello della Provincia di Torino e del Comune di Pomigliano.
LE RASSICURAZIONI DI MARCHIONNE – A proposito delle rassicurazioni fatte ieri dall’ad della Fiat Sergio Marchionne, Mario Di Costanzo rsu Fiom di Pomigliano dice che «non ci bastano. Il nostro obiettivo -aggiunge- è che nessuno stabilimento venga chiuso e che tutti i lavoratori vengano salvati. Se Marchionne davvero è un imprenditore superiore agli altri deve riuscire a fare questo. A novembre -ricorda ancora- finisce la cassa integrazione ordinaria e Berlusconi ci aveva promesso il raddoppio ma invece oggi si parla solo di altro». Insieme a lui Franco Percuoco, anche lui rsu Fiom dello stabilimento campano, che dice «siamo stufi di chiacchiere. Se non arriva urgentemente l’incontro con l’azienda e il governo andremo al ministero delle attività produttive».
Susy Miraglia
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