Sarà Enrico Letta il nuovo segretario del Partito Democratico. A chiarire le sue intenzioni è stato proprio l’ex premier ieri sul suo account Twitter, per poi ribadire ai microfoni di ‘Propaganda Live’ (su La7) la volontà di guidare il partito che sta attraversando un ennesimo momento di transizione, successivamente alle dimissioni di Nicola Zingaretti.
“Penso che tutta la politica debba rinnovarsi. Tutta la politica italiana dovrebbe aprirsi – ha affermato l’ex segretario dem dopo le dimissioni – ed essere più vicina alle persone. In particolare il Pd. Ho voluto dare una scossa quando ho percepito il rischio che potesse un po’ implodere dentro le dinamiche interne. Il mio è un atto d’amore alla viglia di una grande stagione nella quale servirà la politica”.
E allora? Cosa succede adesso? Escludendo le primarie, domani ci sarà assemblea meramente “elettiva” alle 9,30: saranno previsti solo gli interventi dei candidati segretari, al momento Enrico Letta.
La presidentessa Valentina Cuppi aprirà la giornata con le info sul quadro politico post dimissioni. Successivamente agli interventi dei candidati (al momento uno solo, Enrico Letta) ci sarà la votazione online dopo un’ora di stop dell’assemblea.
Ora, per comprendere le intenzioni di quello che sembra essere il futuro segretario del PD, tocca analizzare le parole dell’accademico che in un video ha affermato: “Credo nel valore della parola, invito tutti a votare sulla base delle mie parole. Sapendo che non cerco l’unanimità ma la verità nei rapporti fra di noi per uscire da questa crisi”. In secondo luogo l’ex presidente del Consiglio ha aggiunto: “Oggi sono qui dove lunedì scorso non avrei mai immaginato per candidarmi alla guida di quel partito che ho contribuito a fondare e che oggi vive una crisi profonda. Lo faccio per amore della politica e passione per i valori democratici”.
Poi, a La7, ospite di Diego Bianchi, spiega: “Non voglio vivacchiare ma imprimere una svolta al partito. Non mi interessa l’unanimità finta, quella per cui alla prima difficoltà ognuno se ne va per conto suo”.
Il PD ha necessariamente bisogno di una svolta, lo dice l’area dem, così come la sinistra radicale, passando per la sinistra con Provenzano che ha quasi fatto un’ammissione di colpe parlando della sua esperienza da ministro durante la giornata delle dimissioni. Ognuno è cosciente del fatto che è inevitabilmente coinvolto in un’ennesima fase di crisi del centrosinistra. Ora bisognerà capire se Letta rinnoverà o meno il volto e l’identità del partito, se si ricomincerà a parlare con le parti sociali e se il Pd cesserà di essere legato all’immagine del governo come fine.
È questo il vero dilemma del centrosinistra italiano, da risolvere prima che sia troppo tardi.
Matteo Giacca
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