domenica, Giugno 4, 2023
HomeAttualitàAglio bianco polesano Dop: una filiera da 6 mln euro

Aglio bianco polesano Dop: una filiera da 6 mln euro

Date:

Articoli correlati

Tennis,Garbin: italiane buone giocatrici, serve pazienza

“Non c’è fretta” Roma, 3 giu. (askanews) – “Ci vuole...

Cartoons on the Bay: Pulcinella award e Ciak d’oro a “Where is Anne Frank”

Tutti i premi della 27ª edizione. Bene l’Italia, due...

Fp Cgil, infermieri indiani? Da Schillaci solo proclami

“All’iperattività comunicativa del ministro della Salute purtroppo non corrisponde...

Csqa confermato per effettuare controlli sulle 600 ton prodotto certificato

Milano, 22 mag. (askanews) – L’aglio bianco polesano Dop è uno dei simboli dei prodotti a Indicazione geografica del Veneto, una regione che, in ambito food, conta 36 prodotti Dop e Igp per un valore economico pari a 433 milioni di euro. Solo nel comparto ortofrutticolo ha 17 prodotti tutelati per un valore alla produzione di 10,5 milioni di euro (Dati Rapporto Ismea-Qualivita 2022).

Presente nell’area del Polesine fin dall’epoca romana, l’aglio bianco polesano Dop può contare oggi su una filiera da 600 tonnellate di produzione certificata annua e 33 operatori capaci di generare 3,3 milioni euro di valore alla produzione, tradotti in 6 milioni euro di valore al consumo. Una produzione molto apprezzata che ha visto una crescita di produzione del +120% negli ultimi 5 anni rispetto ai cinque precedenti (Dati Rapporto Ismea-Qualivita 2022).

Ora l’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi (Icqrf) dei prodotti agroalimentari del ministero dell’Agricoltura ha rinnovato l’autorizzazione, con decreto ministeriale, a Csqa per effettuare i controlli per la Denominazione di origine protetta per l’aglio bianco polesano per i prossimi tre anni.

Dal 2010 il Consorzio di tutela dell’Aglio bianco polesano Dop salvaguarda e valorizza questo prodotto con progettualità diversificate che vanno incontro alle esigenze sia del produttore/confezionatore sia del consumatore. È

“La scelta di riconfermare Csqa, organismo di certificazione leader in Italia nel campo delle Indicazioni geografiche – afferma Massimo Tovo, presidente del Consorzio di tutela – è dettata dalla volontà di avvalersi di un ente preparatore e competente che da anni opera nel nostro territorio”. “La nostra conferma quale Ente di controllo – sottolinea Pietro Bonato, direttore generale e Ad di Csqa – è il risultato del lavoro sinergico svolto sul fronte della garanzia e della valorizzazione di questo prodotto simbolo della terra polesana e della produzione ortofrutticola veneta”.

Ultimi pubblicati